giovedì 9 marzo 2023

Il mio viaggio a L'Havana (Nota di servizio)


Uno degli aspetti più caratteristici riguardo l’organizzazione dei miei viaggi è che non c’è praticamente nulla di organizzato, ma solo un’idea di fondo di quello che mi piacerebbe fare e di ciò che mi interesserebbe visitare.

 

Ovviamente acquisto per tempo (parliamone...) i biglietti di andata e ritorno e quelli per gli spostamenti fondamentali che possano correre il rischio di esaurirsi, prenoto un posto per dormire nella prima destinazione, ma il resto mi piace stabilirlo day by day, step by step, sul posto, una volta che mi sono fatto un’idea su come stiano realmente le cose lì e su quello che mi va davvero di fare in quel momento (Battà, ti suona familiare?).

 

Va da sé che aborro mughinamente i viaggi organizzati, le gite organizzate in cui ti vogliono vendere le pentole e ti portano nel negozio di tappeti più conveniente della città, dove ti faranno un ulteriore sconto, ma solo per oggi (tipo Poltrone e Sofà, per intenderci) e un po' anche le guide turistiche (quelle in carne ed ossa, intendo, non la Lonely Planet), pur consapevole della loro utilità sociale.

 

Questo viaggio, ovviamente, non fa eccezione. Anzi, ne è la dimostrazione più eclatante, un po’ per necessità (dopo la pandemia, i voli interni sono ripresi, scarsissimi, solo pochi mesi fa, mentre i treni passeggeri si sono praticamente estinti) e un po’ perché non voglio alcun tipo di vincolo (Libertààààà, direbbe Chico – questa non è per tutti). Come si faccia a decidere mesi o anni prima, nel dettaglio, cosa si avrà voglia di fare mesi o anni dopo rimane per me un mistero.

 

Comunque, l’architettura di massima del viaggio è composta da tre parti, non impermeabili tra loro.

 

La prima, quella cittadina, dopo L’Havana mi porterà, domani (data obbligata per via dei voli bisettimanali), a visitare Santiago di Cuba per un paio di giorni.

 

La seconda sarà dedicata ai luoghi della Revolución, e, dopo la visita a Bayamo ed alla Comandacia de la Plata di lunedì (anche questa data obbligata, data la scarsità di stanze nell’hotel (oddio, hotel… più che altro si tratta di qualche bungalow nel pieno della Sierra Maestra), dovrei raggiungere, rigorosamente in bus, Santa Clara, Cienfuegos, Playa Giron (più conosciuta come Baia dei Porci) e poi di nuovo Santa Clara (l’ordine degli fattori è ancora in fase di elaborazione, ma non dovrebbe modificare il risultato). Rimangono da inserire alcune possibili integrazioni o variazioni, tipo Trinidad e Viñales, ma vanno incastrate in uno schema spazio-temporale dominato dalla variabile Viazul (che, più semplicemente, significa che dipende dagli orari e dalla frequenza dei bus e da dove mi troverò quando dovrò decidere). Vedremo.

 

La terza ed ultima parte, prima di rientrare a L’Havana per il viaggio di ritorno (sempre che decida di ritornare…), sarà quella turistica, con un paio di giorni con le… i piedi (avrei voluto scrivere altro, ma i miei czz di filtri non me lo permettono) a mollo nel mare di Varadero sorseggiando Piña Colada (lo so, fa molto anni ’80 ma rende benissimo l’idea) ed un paio di giri sul locale campo da golf. In fondo, sono sempre un golfista (se, va bè) in vacanza ai Caraibi, pev dindivindina

 

Sì, lo so… “dove sono finite tutte le pippe sulla rivoluzione, e Che Guevara, El pueblo unido?”

 

Si potrebbe parlare a lungo del fatto il turismo, in ogni sua forma, è una delle poche forme di sostentamento del Paese, ma anche sticazzi.


Do I contradict myself?

Very well, then I contradict myself,

I am large, I contain multitudes.

(Song of myself – Walt Whitman).


1 commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...