lunedì 28 aprile 2014

Sport, divertimento, solidarietà: Il Trofeo Master37 2014

Nel 1978, alle Hawaii, da una scommessa tra 3 marines Americani che, forse (probabilmente) un po' alticci, si prendevano in giro parlando di quale fosse la gara più dura tra la "Waikiki Roughwater" (2,4 miglia di nuoto), la "Around Oahu Bike Race" (112 miglia in bici) e la "Honololu marathon" (26,6 miglia di corsa), nasceva il Triathlon - o, meglio, nasceva l'idea del primo Ironman della storia - folle sintesi delle tre gare oggetto della contesa alcoolica.

Questa storia, per quanto suggestiva, impallidisce al cospetto delle nobili e ben più leggendarie origini del prestigioso "Trofeo MASTER37", nato dalle prese per il culo in giro di due rincoglioniti laziali, al secolo Master runner e Stefanolacarastrong (per saperne di più www.stefanolacara.com/2012/10/le-cazzate-di-master-ovvero-37kmh-al.html)

La prima edizione del Trofeo, tenutasi lo scorso 22 settembre sull'Istmo di Foce Varano (FG)  in occasione del Varano Lake Tri 2013, ha visto la vittoria proprio di Gianluca "Maste Runner", che ha percorso i 10.700 metri del rettilineo finale ad una media di 35,5 km/h (potete vedere una sua foto qui accanto, con indosso uno dei prestigiosissimi premi messi in palio dall'organizzazione).

Ed ora, ecco l'annuncio che tutto il mondo della triplice attendeva con ansia: la seconda edizione del "Trofeo Master37" si svolgerà il prossimo 1° giugno, in occasione dell'Ironman 70.3 di Pescara, sulla fettuccia che riporterà i concorrenti verso la T2 (qui troverete il segmento Strava: www.strava.com/segments/7027874).


Come avrete compreso, anche questa - sia pur importantissima - kermesse non può sfuggire al più puro Zona Cambio style, fatto di sano agonismo, un pizzico di competizione, una manciata di cazzeggio e tanta, tanta allegria, alla quale, in queste occasioni, si unisce anche la solidarietà.

Infatti, come già avvenuto lo scorso anno, l'intero ricavato verrà devoluto in beneficenza ad una Onlus (reale...) che, per questa seconda edizione, sarà l'associazione A.F.O.M.A "Sasso nello stagno" di Crotone (http://afoma-com2.webnode.it) che si occupa di fornire assistenza a giovani ed adulti diversamente abili.

Tra le diverse iniziative intraprese, dal gennaio del 2013 l'associazione porta avanti un progetto denominato DALILA (Disabili a Lavoro per L'Integrazione e L'Aggregazione). Tale progetto si svolge presso la Casa Dalila (che, peraltro, necessita di arredi e suppellettili), coinvolgendo 20 ragazzi diversamente abili, impegnati in laboratori destinati alla trasformazione di prodotti agro-alimentari e nella produzione di oggetti di artigianato.

Proprio da questi laboratori arriveranno alcuni dei premi destinati ai vincitori (maschile e femminile) del "Trofeo Master37": un fantastico cesto di prodotti agro-alimentari ed artigianali, realizzati appositamente per l'occasione!!!


Allora, cosa aspettate ad iscrivervi? Non lasciatevi sfuggire l'opportunità di fare del bene divertendovi e, non da ultimo, di poter prendere per il culo per un anno intero gli amici e/o i compagni di squadra ai quali avrete "dato la paga", bevendo alla faccia loro - o, meglio ancora, insieme a loro - un ottimo Limoncello DALILA.

Le modalità di adesione sono semplicissime: basterà essere iscritti all'Ironman 70.3 di Pescara, segnalare il vostro nominativo sull'apposito topic pubblicato sul Forum di Zona Cambio (http://www.zonacambio.com/forum), versare un piccolo contributo di almeno 5 euro - direttamente sul Conto Corrente dell'Associazione A.F.O.M.A. (Iban  IT27T0525622210000000884154 intestato a Associazione Famiglie Ospiti Marianna Agostino) oppure personalmente ai ragazzi di Zona Cambio a Pescara -, caricare entro l'8 giugno su Strava (http://www.strava.com/) il file della vostra performance, ed il gioco sarà fatto.

Nessun giudice, nessuna giuria, solo sport, divertimento e solidarietà Zona Cambio style!!! 

Iscrivetevi, fate iscrivere i vostri amici ed i compagni di squadra e... A TUTTA. Dajeeee!!!! 

Per qualsiasi informazione, fate pure riferimento al Forum di Zona Cambio.







domenica 13 aprile 2014

Roma - Terni. Uscita di ultracycling solitaria in gruppo.

Preso atto che questo è un non-blog, poichè non viene costantemente e repentinamente aggiornato, con la mia solita settimanella di ritardo, vi racconto la mia prima esperienza di Ultracycling di sabato scorso

In origine sarebbe dovuta essere un'uscita di gruppo, nella quale Strong avrebbe dovuto pagare una scommessa legata alla Maratona di Roma e tutti gli altri avrebbero potuto spararsi la propria dose giornaliera di chilometri in compagnia, ma poi...

...poi venerdì forse piove ma sabato è brutto quindi pedalerò domenica ma io domenica non posso allora pedalerò sabato quando c'è il pranzo di Daniela a Terni e Master e Marco dicono allora andiamo a Rieti poi tu prosegui per Terni però sabato forse potrebbe piovere quindi Master esce domenica e Marco è stato male tutta la settimana e Tedde ha preso le ferie per venerdì barattandole con una notte e Edo deve pedalare per 6 ore tutto ovviamente senza l'ombra di una virgola.... 

Ergo, sabato scorso di buon'ora (alle 9, per intenderci, con 1 ora di ritardo sull'orario previsto) monto sulla fida Slice TT e parto alla volta di Terni, dove Anto, Picchio e Dita mi raggiungeranno in auto. Un buon modo per conciliare allenamenti, vita familiare ed ottima compagnia di amici.

Date le défaillance di cui sopra, organizzo un gruppo tanto eterogeneo quanto affiatato, composto da me, Vasco, Francesco G., Francesco D.G., Fiorella, il Califfo, Tiziano, Fabrizio, Giuliano, Fabri, Lorenzo, Renato, Antonello e qualche altro che al momento mi sfugge; le indicazioni sono chiare: "Ragazzi, dividiamoci i compiti: io mi metto davanti a tirare, voi vi alternate a cantare. Nessuno molla, si parte e si arriva insieme!".

Per la merenda durante il viaggio, ho preparato un magnifico cestino composto da 3 barrette (una alla cioccolata, una alla banana ed una al... boh) e 2 gel (uno all'arancia ed uno al gusto Cola con caffeina), 1 borraccia di acqua ed 1 di sali minerali, con l'intento di testare l'alimentazione che userò nelle gare durante la stagione ormai alle porte. Il programma è di mangiare una barretta ogni 30 km ed ingurgitare un gel ogni 50, e vedere come va.

Play, Start. La tecnologia è avviata, si parte. La strada scelta per raggiungere Terni è la via Flaminia (tante volte percorsa, in una vita precedente, sulle due ruote, ma in quel caso spinte da 140 cavalli e non da un somaro zoppo, come in questa occasione), quindi dovrò attraversare completamente Roma, spaccandola in due come una una mela.

Dopo 24 km, 180 semafori, sampietrini, donne al volante, buche ed ogni altro pericolo urbano, arrivo finalmente a Ponte Milvio, dove imbocco la pista ciclabile; guardo per la prima volta il Garmin: è già trascorsa quasi un'ora dalla partenza, media 25,3 km/h. Un po' bassa, ma in città ci sta. Per qualche chilometro abbandono i rumori del traffico, e mi sembra quasi di aver attraversato qualche strano varco che mi catapulta in un'altra dimensione: intorno a me solo campi sportivi, prati, Albachiara, un parco con tanto di laghetto, qualche podista, Il sociale e l'antisociale, diversi ciclisti a passeggio, Baratto. Quante magnifiche sorprese riserva Roma...

Puntuale come un cucù napoletano, al 32° km parte la prima barretta: non ho una gran voglia di mangiare, ma i programmi vanno rispettati (!). Appena il tempo di finire e, al 34° km, lascio la ciclabile e mi tuffo sulla Flaminia: Prima Porta, sali scendi sali, scendi, sali scendi, pedala, pedala, pedala...

Al 60°km, superato Rignano Flaminio, decido di fermarmi per una sosta-bar: Coca cola mini e seconda barretta il menù del giorno (ma ne approfitto per "rubare" anche un paio di tartine dal bancone degli aperitivi) poi faccio per rimontare in sella e... maddaicazzo!!! il contenitore del kit antiforatura è volato via dal portaborracce posteriore, nonostante lo avessi assicurato con un elastico aggiuntivo... Non ci posso credere! Ultima ancora di salvezza la bomboletta di gonfia e ripara, ma spero davvero di non bucare, altrimenti saranno guai certi.

Dopo 2 ore e mezza dalla partenza, riprendo la via di Terni: "2 ore e mezza... sono a metà strada... mi sa che oggi si fa tardi...".

Pedalo, pedalo, pedalo, su e giù, giù e su... a Civita Castellana supero il distributore Agip che segnava il giro di boa ai tempi delle scorribande motociclistiche, e da lì in poi è tutto terreno sconosciuto per me: Magliano Sabina, Castellaccio, Otricoli... (Otricoli? Cazzo che muro... ed il Garmin segna pendenza al -3%... prodigi della tecnologia). La strada diventa impegnativa, con salite lunghe alternate ad impennate decise che non ti lasciano mai il tempo di rifiatare e di far riposare un po' i muscoli, ormai decisamente provati. Grazie, Lorenzo, per il tuo antidolorifico magnifico.

90° km, giù la terza barretta, poi sali, sali, sali ed a Narni (100 km) anche il primo gel (al 50° era saltato). La fatica è davvero tanta, ma mi viene in aiuto Tiziano: "E' assurdo pensare che giunti a un traguardo, neanche ci arrivi e diventa un ricordo...". In effetti, pensandoci, è proprio così: non importa quanta fatica fai e quante volte ti ripeti "mai più", dopo aver raggiunto il tuo traguardo, tutto diventa presto un ricordo, lasciandoti solo la voglia di ricominciare. Un po' una maledizione, un po' una droga...

Da Narni, finalmente, inizia la discesa verso Narni Scalo. "Finalmente!". Mi fermo per mettere la mantellina antivento, inizio a scendere, esco dalla vallata e... no, dai, macheccazzo!!! Vento contrario. Tocca pedalà pure in discesa, per fare un minimo di velocità. Mi danno una mano i Modà, sempre presenti nel momento del bisogno...

Da Narni scalo a Terni è praticamente tutta pianeggiante, ma il vento non molla un attimo. Cade anche qualche goccia di pioggia, ma per fortuna è solo un falso allarme. La fatica si fa sentire, ma oramai ci sono e do fondo alle ultime forze residue. "Pedala, pedala"... Frankie mi dice quello che devo fare, ed io lo faccio...

Alle porte di Terni seconda sosta bar: altra Coca cola mini, rifornimento borraccia e secondo gel: magari non serve a nulla, ma sono davvero esausto ed ogni grammo di energia è prezioso.

Finalmente arrivo all'acciaieria dopo aver percorso 126,8 km in 5h03', a 25,3 km/h di velocità media e con 1.308 mt di dislivello positivo (Strava su IPhone dava 1.615, soliti misteri della tecnologia).

Da  quel momento in poi la giornata cambia radicalmente volto: cosa c'è di più rigenerante di un delizioso pranzetto (senza carne, grazie Dani) con la tua famiglia ed i tuoi amici? (cioè, ehm, qualcosa ci sarebbe... ma lasciamo stare...)

La giornata sportiva mi ha consegnato alcune certezze (di cui ovviamente farò tesoro per il futuro, ma anche no):

1 - Aveva Ragione Manzik a sconsigliarmi l'uso del portaborracce posteriore
2 - Ha assolutamente ragione Edo Romanomendio a dirmi che non è una questione di ruote ma di gambe
3 - Ho avuto ragione io a non arrendermi al pessimismo del meteo.
4 - Le lunghe distanze non fanno per me...
5 - Il 39-26 è decisamente troppo duro (per me) per affrontare salite impegnative, quindi dovrò apportare qualche modifica alla Slice
6 - La testa inizia a tenere
7 - Non lo farò mai più
8 - La prossima volta andrà meglio
9 - Se io avessi previsto tutto questo, forse fari lo stesso...

Comunque sia, mai pedalato per tanti km, mai stato 5 ore consecutive in sella: sabato, in fondo, mi sono sentito un po' Omar Di Felice  anche io (con rispetto parlando). Superare i propri limiti in bicicletta ti fa sentire un po' più conquistatore e un po' meno stronzo. Grazie, Califfo, grazie sempre...



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