venerdì 10 gennaio 2014

Nonsolosport. La forma dell'acqua.

 AVVERTENZE E MODALITA' D'USO

Se avete cinque minuti da perdere, mettetevi comodi e leggete le poche righe che seguono; se invece avete fretta, e nel poco tempo a disposizione avete voglia di leggere solo di sport, allora lasciate stare, saltate a piè pari questo post.
Perchè io scrivo solo per il gusto di farlo, spesso su argomenti di cui non importa proprio a nessuno, e lo faccio a mio modo, reinterpretando la grammatica secondo il mio personalissimo gusto. E a culo tutto il resto.




Oggi parliamo di: Parole.

"Parole, son parole, e quante mai ne ho adoperate 
e quante ancora lette e poi sentite,
a raffica, trasmesse, a mano tesa, sussurrate,
sputate, a tanti giri, riverite,
adatte alla mattina, messe in abito da sera,
all'osteria citabili o a Cortina e o a Marghera.
"



Così inizia una spendida canzone di Francesco Guccini intitolata, guarda un po' che caso, "Parole".


Già, le parole... mi affascinano da sempre; ma, in fondo, cos'è una parola?


"Tecnicamente" è poco più di  un insieme di onde sonore o di tratti, singolarmente insignificanti, che, attraverso la membrana timpanica o gli occhi, s'insinua nei meandri oscuri del cervello, dove viene decodificata, interpretata, mescolata e, infine, immagazzinata.

Una parola può essere vacua e priva di contenuto, inutile, eccessiva, volgare, soave, stridente; può accarezzare come la mano di un bimbo, trafiggere come un gladio, sollevare come una corrente ascenzionale o far sprofondare nella disperazione come sabbie mobili, accompagnare o rendere soli, può essere data per sancire un accordo o essere infranta.

La parola, tuttavia, trova la sua sublimazione non in solitudine, ma in compagnia di un numero variabile di sue simili, traformandosi quindi in parole che compongono frasi, concetti, discorsi.

Le parole, a loro volta, assumono "la forma dell'acqua" (cit.), ovvero del loro contenitore, divenendo così romanzo, canzone, lettera, trattato, saggio, relazione; vengono espresse  in poesia, "politichese", linguaggio scolastico, burocratico o giornalistico, discorso da trivio o accademico.

Ed ancora, vengono diffuse nelle forme più svariate quali libri, giornali, riviste, dischi, cartelloni pubblicitari, trasmesse per radio e televisione, tramandate di bocca in bocca. O pubblicate in rete.

Da qui, il passo per addivenire al perchè di tutte queste parole inutilmente digitate in questo altrettanto inutile post, il passo è breve: in rete, (troppo?) spesso, le parole assumono la forma del blog.

Esistono numerosissime tipologie di blog, dedicati ai più svariati argomenti, ma credo che le finalità che spingono gli autori a dedicarvi del tempo sia sostanzialmente una: la condivisione delle conoscenze e delle esperienze quotidiane. Che poi, spesso, finiscono per coincidere.

E torniamo alla  mia personale "forma dell'acqua", ovvero ai blog che costituiscono una parte importante delle mie quotidiane letture.
In principio fu Strong - scovato per caso in rete mentre ero alla ricerca di un allenatore - con il suo stile scanzonato, il suo approccio molto "easy" al - a volte troppo serioso - mondo del triathlon e le sue eccezionali descrizioni dei più improbabili personaggi che affollano il mondo dello sport e la vita quotidiana.

Da lì, vampirizzando il suo blogroll, mi sono imbattuto in un mondo a me totalmente sconosciuto, con la possibiltà di saltellare allegramente di blog in blog, di vita in vita, di palo in frasca...

E così ho "conosciuto" Franci Semper Adamas ed i suoi racconti di  esperienze di sport e di vita, tra prìncipi e principini (ot: torna, ti aspetto...), Marieddu, i suoi Gremlins ed il suo "approccio proletario" al triathlon, le Velleità del suo conterraneo Lorenzo Pisani, con lo stile inconfondibile, ironico e pungente dello sportivo buffettaro, IronGuzzo e le sue secchiate di adrenalina.

Poi Gianluca, Giancarlo, Marco e Giorgio,  peraltro compagni di squadra di Zona Cambio, Igor Nastic ed i suoi scritti in forma di prosa, Pelo Di Giorgio ed Omar Di Felice con le loro Ultra avventure, Ame Bonfanti ed i racconti di Ironman che sembrano passeggiate sul lungomare, Bastianella con le crono-sgasate alabardate; ed ancora campioni affermati, tapascioni come me, allenatori di grido, smanettoni, anarchici, smanettoni anarchici e tutti gli altri esemplari di varia umanità che sono entrati a far parte della MIA blogroll e, in parte, della mia vita.

Già, perchè da ognuno di loro, dalle loro parole, ogni giorno apprendo qualcosa di nuovo sul triathlon, sul ciclismo, sulla corsa, sullo sport e sulla vita, imparo ad allenarmi, a non mollare, a comprendere quanto sia faticoso portare avanti una casa ed una famiglia quando il partner è fuori a giocare all'atleta, a mangiare biologico e/o vegetariano; perchè le loro parole mi gasano, mi motivano, mi stimolano e, soprattutto, spesso, mi emozionano.

A volte, invece, come nel mio caso, le parole assumono la forma del nonblog, perchè non sono codificatamente e tempestivamente aggiornate. Ma questa è un'altra storia. ;-)

12 commenti:

  1. Beh, questo è proprio un bel post!
    Anche quello precedente, letto tutto d'un fiato, che mi ha fatto capire molto di più di quanto prima sapevo sugli integratori.
    Continua così Stè!

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    1. Grazie, Gianluca. Purtroppo il post precedente non ha raggiunto lo scopo per il quale era stato pensato e scritto, perchè nessuno ha voluto condividere le proprie conoscenze in materia. Ma tant'è...

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  2. in principio fu strong mi invecchia proprio tanto :)

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    1. Perchè, ti senti ancora "cciovane"?? Dai, che sei un pupo...

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  3. concordo... siamo tutti tanto diversi quanto uguali... quanto folli!!!
    Mai Mollare!!!

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  4. Parole, parole, parole, soltanto parole... ;) bel post, Ste!

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    1. Grazie, Fra. Sinceramente, è stato pensato per te...

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  5. Grazie Barney, di avermi "messo in mezzo".
    Crono sgasate l'è un po' esagerato ma, ci provo...
    Il mondo dei blog è bello perchè vario e reale, le parole, le emozioni, sono quelle di noi "comuni mortali".
    Chi più forte, chi meno ma, persone comuni che amano il loro sport e provano a trasmettere agli altri quello che si prova...
    Un salutissimo, Davide...

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    1. Se, leggendo un blog relativo a qualsiasi argomento, ti viene voglia di provare, allora quel blog ha colto nel segno.
      E questo è (anche) il tuo caso...

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  6. Mi scuso per il ritardo, me l'ero colpevolmente perso. Anch'io - come te - frugo nelle blogroll altrui alla ricerca di cose nuove da leggere. Mi piace scoprire in tutti quella stessa voglia, quello stesso motore che è l'entusiasmo per la propria passione sportiva e la voglia di raccontarlo. Continua così, che tra pochi mesi avrai fiumi di parole (i Jalisse, brrrr) da gettare in rete per raccontarci le tue imprese.
    P.S. Ti ringrazio per la citazione, ma la mia via proletaria al triathlon è ancora in fase di lancio. Per adesso ci sto alacremente studiando sopra!

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    1. Vai tranquillo, un passo alla volta. Ma senza gabbiette, però....

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